Le macchine per le lavorazioni delle lamiere: evoluzione tecnologica in ottima sicurezza, sostenibilità e risparmio

Lo sviluppo delle macchine per lamiere

Con il termine lamiera si intende una placca in metallo dalle caratteristiche e dagli utilizzi molteplici: a seconda delle sue finalità, infatti, in essa variano dimensione, spessore, qualità e trattamenti ai quali viene sottoposta. Possono essere stirate, forate oppure ondulate e, tra i maggiori tipi di lamiere utilizzate, ci sono quelle in acciaio inox, a caldo, a freddo, in alluminio, ottone o rame.

A tal proposito, altrettanto varie sono le macchine per la lavorazione delle lamiere (approfondisci sul sito https://www.evomach.it/); l’evoluzione tecnologica ha portato il mercato dei produttori del settore a sviluppare modelli che mirino all’efficienza e alla specificità possibilmente sfruttando l’automazione.

A seconda del ciclo di lavorazione della lamiera, ad essere adoperata è una macchina studiata per garantire ai professionisti il massimo della resa e della precisione. Oggi i macchinari sono quasi tutti automatici e le case produttrici sono intenzionate a dar vita a strumentazioni che garantiscano una piega perfetta anche sugli spessori maggiori.

Tra le tipologie di macchinari per lamiere degne di nota, meritano menzione le piegatrici, le pannellatrici e le profilatrici.

La piegatrice: modelli e funzionalità

Una della macchine per la lavorazione delle lamiere più richieste è la piegatrice; il mercato delle presse piegatrici si è diversificato al fine di assecondare le richieste dei professionisti e ha conquistato tutti grazie alla possibilità di effettuare lavori con precisione, senza doversi dotare di specifiche competenze e a prezzi abbordabili.

Le piegatrici possono essere automatiche o manuali, a bandiera, a doppia bandiera o per la lattoneria.

Nel primo caso si tratta di macchine motorizzate oppure a controllo manuale; tra le due cambia, per l’appunto, la tipologia di controllo. A seconda delle esigenze e delle lavorazioni da effettuare la loro valenza è uguale: l’unica discriminante è che, nel primo caso, non c’è necessità di un operatore formato, il pre-settaggio garantisce l’esecuzione del lavoro senza intoppi.

Le piegatrici a bandiera e a doppia bandiera sono funzionali per una lavorazione semi-automatica di lamiere sottili; si tratta di macchinari per le lamiere versatili, utili anche per le piccole realtà che garantiscono efficienza sulla lunga durata con interventi ordinari.
La differenza tra la prima e la seconda risiede nella presenza, nella doppia bandiera, di due lame di piega che vanno in entrambe le direzioni per una piegatura a 360°.

Le piegatrici per lattoneria, invece, sono specifiche per il settore; sono estremamente precise e supportano la lavorazione di lattoneria con un range da 100 a 200 tonnellate e tra i 65000 e 10050 mm di lunghezza.
Possono essere manuali o motorizzate ad espansione cioè con variazione della portata.

I criteri di scelta di una piegatrice per lamiera

Quando ci si accinge a scegliere una piegatrice è importante tenere a mente alcuni parametri per evitare di fare una scelta sbagliata per difetto o per eccesso;
prima di tutto la scelta deve ricadere su un prodotto appropriato al lavoro da svolgere: i lavori di carpenteria necessitano di una struttura più solida rispetto alle piccole lavorazioni, dove bisogna puntare sull’efficienza della piega e sull’ergonomicità.

Uno degli aspetti da non sottovalutare, soprattutto negli impianti industriali più grandi, è il consumo di energia elettrica: oggi le macchine piegatrici vengono create per rispondere alle esigenze di sostenibilità e di minor spreco di risorse energetiche. Il criterio è ridurre al minimo la dispersione del calore e puntare sul non raffreddamento tra un utilizzo e l’altro senza però interferire con la longevità del macchinario e la sua operatività.

Un altro aspetto fondamentale nella scelta dei macchinari per la lavorazione delle lamiere è la loro sicurezza: sia nel processo di lavorazione che nella struttura una macchina piegatrice garantisce sicurezza se è dotata di barriere funzionali, evita la rotazione fuori dalla trave di flessione e la carenatura garantisce uno scorrimento ottimale.