Imparare a comprendere il linguaggio del corpo

Ormai si sa: il linguaggio non verbale, ovverosia il linguaggio del corpo, spesso e volentieri è in grado di parlare e di far comprendere molto di più di una semplice frase. Basta infatti un gesto, un segnale o un piccolo movimento per trasmette un’emozione, un sentimento o diverso altro ancora.
Vediamo quindi insieme come capire il linguaggio del corpo.

La comunicazione tramite il linguaggio del corpo

Imparare i segreti del linguaggio del corpo (spiegati approfonditamente da Massimiliano Cavallo) è un’arte che non tutti conoscono, utile per interagire con le altre persone e per trasmettere il giusto messaggio.
Mostrare apertura verso il prossimo, tramite appunto segni del corpo, è un’indice di sicurezza da non trascurare. Gesticolare in maniera eccessiva, oppure tenere le braccia incrociate sono, ad esempio, fattori da evitare quando si tratta di parlare o di tenere un discorso rivolto a più soggetti.
Al contrario, è essenziale lasciar trasparire naturalezza, che potrebbe facilmente essere interpretata come assenza di nervosismo, di paura o di soggezione. Questo comprende anche non tenere le mani dietro la schiena, o in tasca o comunque non visibili: trattasi di un gesto innocuo, che tuttavia potrebbe essere in grado di distrarre il proprio interlocutore dal punto focale della conversazione.
In sostanza, e benché spesso si tenda a sottovalutarlo, i discorsi dovrebbero essere accompagnati dal giusto tono di voce e dai corretti movimenti corporei: così facendo l’interazione sarà migliore e la stessa non rischierà di scontrarsi con spiacevoli ed inutili equivoci.

Linguaggio del corpo: parlare in pubblico

Come già anticipato, per parlare in pubblico sono molto importanti i gesti del corpo, e quindi postura, movimenti di mani e delle braccia.
Essenziale è non tenere la schiena ricurva, né esternare qualunque segnale di chiusura nei confronti della platea: il discorso perderebbe di effetto, anche se ben articolato. Da evitare altresì movimenti meccanici, poco fluidi e che ricordano l’andamento di una macchina.
Da prediligere invece una gestualità morbida e che non trasmetta ansia nell’interlocutore: oscillare da un piede all’altro, ad esempio, potrebbe essere visto come qualcosa di negativo.
Ma come fare a capire di essere in difetto? Talvolta basta semplicemente osservare le reazioni altrui, specialmente durante i colloqui faccia a faccia. Se l’altra persona annuisce appena, nella maggior parte dei casi, vuol dire che sta seguendo il discorso con interesse.
In ogni caso è bene tenere a mente di non fare di tutta l’erba un fascio. Per fare un esempio concreto: se un soggetto tiene le braccia conserte potrebbe essere a causa della bassa temperatura e non per altre ragioni. Per questo occorre prestare attenzione a diversi fattori, non solo ai singoli segnali del corpo.

Imparare a comprendere il linguaggio del corpo: i segnali

Diversi studi hanno dimostrato che il cinquantacinque per cento di efficacia, nell’ambito di una conversazione, è data dal linguaggio corporeo.
Entrando più nel dettaglio, vengono considerati gesti di gradimento: tenere la bocca dischiusa; umettarsi le labbra; mordersi le labbra; abbassarsi gli occhiali; giocherellare con i propri capelli; tenere le gambe non incrociate; avvicinarsi all’altra persona con il busto; fare cenni di assenso con la testa; lasciare un gesto in sospeso, come se l’attenzione fosse stata appena colta da qualcosa in particolare.
Quanto invece ai segnali del corpo in grado di trasmettere rifiuto, che fanno intendere che sarebbe meglio un differente approccio, tra questi troviamo: distogliere lo sguardo, lentamente o in maniera repentina; toccarsi il naso con le dita oppure grattarselo; incrociare le braccia o tenerle sempre conserte; indietreggiare impercettibilmente con il busto; iniziare a distanziarsi da un oggetto; cominciare a togliersi i pelucchi dal cappotto o da altro indumento.
In linea generale, è sempre consigliato ricordare di prestare attenzione non soltanto alle parole, ma anche e soprattutto al linguaggio del corpo, sia proprio che altrui.